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Date: Thu, 18 Jul 1996 12:05:21 +0200
From: Giuseppe Caputo <capsorin-AT-mbox.vol.it>
Subject: (it) Situazione italiana


Invio un documento redatto da alcuni compagni torinesi
che cerca di dare una fotografia dellla situazione italiana.

                                                                Pino Caputo




            BREVE  RESOCONTO  SULLA  SITUAZIONE  ITALIANA

Compagni,
     quello che segue e' il tentativo di darvi un'immagine di sintesi
della situazione in  Italia dal  nostro punto  di vista  e cioe'  dal
punto  di vista  delle classi  subalterne come  parte della  societa'
civile. Non e' un'operazione facile e speriamo, almeno  in parte,  di
riuscirvi.
     Tutto sembra oramai muoversi, nel nostro paese come nel vostro,
nel quadro di una  globalizzazione di  tutti i  processi economici  e
politici. Assistiamo alla progressiva estensione, a livello mondiale,
delle stesse  condizioni di  vita, di  lavoro, di  sfruttamento e  di
oppressione  imposte  dal  Neoliberismo,  con  il  superamento  della
divisione fra paesi ricchi  e paesi  poveri, e  la sua  sostituzione,
ovunque, con un'unica ripartizione ineguale del benessere fra pochi e
del malessere per i piu'.
     Questo processo, spesso ancora agli inizi e per molti ancora
poco visibile, puo' e deve  avere implicazioni  importanti anche  nel
nostro cammino politico che sempre di piu' deve essere comune.

                   -------------------------------

     Ma preferiamo lasciare che siano il piu' possibile i dati a
parlarvi. Le fonti  utilizzate, nella  maggior parte  dei casi,  sono
state  l'Istat   (Istituto  Nazionale   di  Statistica,   istituzione
governativa) ed  il Sole  24Ore, quotidiano  degli industriali.  Come
tali devono essere considerati.

Popolazione
* La vecchia Europa si sta estinguendo: nel '95 il numero dei morti
  ha superato ormai il numero delle nascite di 32.000 unita'. La
  popolazione ufficialmente residente in Italia a fine Ottobre del
  '95 era di 57.331.000 persone.
* Compensano questo saldo negativo i flussi di immigrazione dai paesi
  del Sud e dell'Est. Nessuno conosce le dimensioni reali di questo
  fenomeno, in espansione sia per numero che per provenienza: si
  valutano in 45.000 gli ingressi avvenuti nel corso del '94 e in
  61.000 quelli nel '95. La loro presenza in Italia era, alla fine
  del '95, di almeno 1.000.000 di unita'. La politica repressiva
  dello stato e' volta al controllo degli ingressi con l'obiettivo di
  controllare la crescita di un esercito di manodopera a basso costo
  che sia disponibile sul territorio.

Lavoro
* Mobilita' sociale ed occupazionale, precarizzazione e
  flessibilizzazione del lavoro e delle condizioni salariali, totale
  liberalizzazione del mondo del lavoro: queste le direttrici secondo
  cui si sta modificando il mercato del lavoro in Italia.
* Il Rapporto dell'Istat sul '95 riconosce che c'e' stato un
  "notevole incremento di intensita' di utilizzo della forza lavoro
  gia' occupata, con conseguente aumento di produttivita'".

* I lavoratori dipendenti rappresentano il 71,2% circa della
  popolazione occupata. Di questi solo il 6,8% lavora
  nell'agricoltura, il 32,6% nell'industria.
* Il lavoro irregolare rappresenta nel Sud circa il 34%
  dell'occupazione, contro il 18% del Centro-nord. 
* La saturazione dei mercati ed i cicli di ristrutturazione riducono
  sempre piu' tempi di produzione e manodopera necessaria. Questa poi
  deve poter essere utilizzata solo quando e nella misura in cui
  serve. Contratti a tempo determinato, part-time, lavoro in affitto
  sono fra i diversi meccanismi di precarizzazione utilizzati a
  questo scopo. Anche la Cassa Integrazione, a carico della
  collettivita', viene utilizzata per lasciare a casa i lavoratori
  quando non servono. Nel corso del '95 le ore di Cassa Integrazione
  degli operai dell'industria sono state 243.264.000.

* Gli infortuni sul lavoro sono in preoccupante aumento. Dal '91 al
  '95 sono stati denunciati, nell'industria e nell'artigianato, 7.731
  incidenti mortali. Si tratta di dati fortemente sottostimati: nel
  solo settore delle costruzioni, dove (come nell'agricoltura) e'
  particolarmente alto l'utilizzo di manodopera irregolare straniera,
  e dove quindi piu' spesso non viene fatta alcuna denuncia, ci sono
  mediamente 2 morti e 154 invalidi permanenti al giorno.

* La disoccupazione e' in continuo aumento. Le statistiche ufficiali,
  per quello che valgono, non possono nascondere una progressione
  costante che dal 10,24% del '93 porta al 12,30% dell'aprile di
  quest'anno. Molto piu' grave la situazione nel Meridione d'Italia
  dove dal 17,46% del '93 si passa al 22,23% del '96, e dove oltre il
  55% dei giovani risulta disoccupato con punte del 65% in Campania,
  del 60% in Calabria e del 58% in Sicilia.
* Ma le statistiche ufficiali esprimono anche, loro malgrado, un
  altro dato che ci da maggiormente le dimensioni del problema: solo
  il 47%, ovvero meno della meta' della popolazione in eta'
  lavorativa, ha un lavoro, e questa quota e' sensibilmente diminuita
  nel corso degli ultimi 10 anni.
* Il tasso di disoccupazione femminile risulta poi molto piu' elevato
  e mediamente doppio rispetto a quello maschile.
* Esiste, osserva il Rapporto Istat sul '95, una "progressiva
  caratterizzazione della disoccupazione come condizione non
  transitoria". In altri termini: chi e' disoccupato ha buone
  speranze di rimanerlo.

* Con l'avvio della riforma delle pensioni nel '92, non ancora
  conclusa secondo l'opinione degli industriali, sono stati
  modificati tutti i meccanismi di maturazione e di calcolo delle
  stesse. E' stato infatti definito una progressivo innalzamento
  dell'eta' pensionabile ed un parallelo abbattimento del reddito.
  Insomma: si va in pensione sempre piu' tardi e si percepisce sempre
  di meno. Solo le categorie piu' benestanti hanno la possibilita' di
  stipulare contratti integrativi della pensione, tanto
  pubblicizzati, con le numerose finanziarie assicurative sorte
  d'incanto per la raccolta di questo bottino.

Poverta'
* I poveri in Italia erano, secondo le statistiche ufficiali,
  6.458.000 un anno fa; oggi sono 7.000.000, corrispondenti al 12,21%
  della popolazione; per il 68,1% sono concentrati al Sud (i poveri
  in Europa sono 50.000.000).
* Nel nostro paese ci sono 1.000.000 di bambini poveri, e di questi
  l'85% vive al sud dove il 18-20% e' a rischio di poverta'.
* Il Rapporto dell'Istat sul '95 osserva "un piu' elevato divario tra
  le condizioni delle famiglie piu' povere e piu' ricche. Il 10% di
  famiglie piu' ricche ha un livello di spesa otto volte superiore a
  quello del 10% di famiglie piu' povere".

* E' proseguita la contrazione di quella che chiamano "la propensione
  al risparmio delle famiglie (-8,3%), confermando la tendenza
  negativa che ha caratterizzato gli ultimi quindici anni" e cioe' la
  possibilita', per il lavoratore, di arrivare alla fine del mese di
  paga senza piu' neanche un soldo in tasca.

Abitazione
* Le statistiche ufficiali parlano di un 70% della popolazione che
  vive in case di proprieta'. Questa situazione e' stata resa
  possibile anche attraverso le politiche di agevolazione finanziaria
  per l'acquisto dell'abitazione sostenute dello stato sino agli anni
  settanta per ridurre la tensione abitativa ed in tal modo contenere
  i forti movimenti di occupazione delle case. Dagli anni ottanta in
  poi pero' c'e' stato un progressivo disimpegno.
* Attraverso l'Istituto Autonomo Case Popolari (IACP), con il
  contributo GESCAL trattenuto sulla busta paga dei lavoratori
  dipendenti, sono state costruite anni fa circa 820.000 abitazioni,
  date in affitto a prezzi popolari. Oggi lo IACP mette in vendita
  queste stesse case.
* Acquistare una casa e' diventato sempre piu' difficile per un
  lavoratore dipendente: nel corso degli ultimi dieci anni si e' piu'
  che dimezzato il rapporto tra potere d'acquisto dei salari e costo
  delle abitazioni.
* Cosi' come e' cresciuto enormemente il costo per l'affitto di
  un'abitazione, anche grazie alla sostanziale eliminazione nel '92
  della legge sull'equo canone che consentiva la presenza di un certo
  numero di abitazioni sul mercato a prezzo controllato.
* Secondo stime ufficiali esistono circa 2.500.000 persone che vivono
  in condizioni di grave disagio abitativo per mancanza di servizi
  interni all'alloggio e sovraffollamento, mentre sono circa 100.000
  le persone sprovviste completamente di casa.
* Particolarmente grave e' la situazione della stragrande maggioranza
  degli immigrati extracomunitari costretti a vivere in condizioni di
  estremo disagio: locali privi di riscaldamento, privi di servizi,
  spazi ristrettissimi e sovraffollati "concessi" a prezzi da rapina
  da nostri connazionali senza scrupoli.

Istruzione
* "La scuola deve diventare una grande industria che produce capitale
  umano": questo e' cio' che pretendono gli industriali. Il processo
  di privatizzazione della scuola, nuova fonte di profitto, con i
  suoi 1.200.000 addetti, e' nelle fasi anticipatrici. Tutto cio' che
  succede oggi nella scuola pubblica e' comprensibile alla luce di
  questa voglia di mercato: crescono a dismisura le tasse
  scolastiche; viene ridotto il sostegno economico alla scuola
  pubblica e, in nome della parita', vengono erogati finanziamenti
  alle scuole private; i presidi degli istituti non sono gia' piu'
  impegnati su percorsi didattici ma sono diventati manager
  d'impresa; gli insegnanti, per contro, ne diventano i produttori,
  alla pari degli altri impiegati nell'industria (in alcune scuole si
  sta introducendo la timbratura per il controllo degli orari di
  servizio).

* Contemporaneamente esiste una crisi profonda di motivazione fra gli
  studenti: per la maggioranza di loro, comunque si concluda il ciclo
  di studi, si prospetta un avvenire di disoccupazione. Piu' del 40%
  degli iscritti alla scuola secondaria superiore si perde per
  strada, quasi tutti nei primi due anni. La percentuale dei
  diplomati (del 58,9%) e' la piu' bassa in Europa. Il numero di
  immatricolazioni ai corsi universitari dell'anno '94-'95 ha
  registrato una variazione negativa del 5,2% mentre, da un'indagine
  sugli sbocchi professionali svolta nel '95, emerge che, a tre anni
  di distanza dalla laurea, solo il 42% dei laureati nel '92 ha
  trovato un'occupazione, con un netto peggioramento rispetto
  all'indagine di quattro anni prima.

Salute
* Dalla sanita' pubblica si sta progressivamente passando alla
  liberalizzazione totale del mercato della salute con un giro
  d'affari potenziale stimato dagli industriali intorno al 3,8% del
  PIL (Prodotto Interno Lordo).
* Dalla sanita' "gratuita" (il cui finanziamento e' in effetti in
  larga misura basato sui contributi trattenuti in busta paga ai
  lavoratori dipendenti) si sta passando, attraverso l'introduzione
  di sempre nuovi ticket, il pagamento dei farmaci, i tagli alle
  prestazioni, gli aggravi dei contributi sanitari e delle tasse
  locali, ad una situazione in cui curarsi diventa un vero problema.
  In questi stessi giorni e' stato varato un nuovo Prontuario
  Farmaceutico che riduce ulteriormente del 20% il numero dei farmaci
  forniti con il pagamento del ticket e se ne stabilisce il totale
  pagamento da parte degli assistiti.
* Il tutto e' infine destinato a generare un vasto giro di affari per
  le assicurazioni private sulla salute, alimentato pero' dagli
  strati sociali che possono permetterselo.
* In una situazione in cui, secondo i dati forniti dell'Istat, gia
  adesso piu' della meta' delle famiglie ha difficolta' a raggiungere
  le postazioni di pronto soccorso, verranno chiusi o riconvertiti
  tutti gli ospedali con meno di 120 posti letto con la svendita o
  l'affidamento di immobili e strutture sanitarie ritenute
  sottoutilizzate (si tratta di 319 strutture pubbliche con 22.225
  posti letto).
* In Italia ci sono 75.000 medici specializzati disoccupati ma i
  tempi di attesa per esami e controlli clinici nella struttura
  pubblica sono spesso dell'ordine di mesi.

Privatizzazioni
* Si tratta di un furto gigantesco, una vera e propria guerra di
  conquista condotta dal grande capitale internazionale, che si
  realizza attraverso la svendita di tutte le aziende dello stato,
  capaci di produrre un utile, con costi sociali altissimi: sempre le
  privatizzazioni sono state accompagnate, prima e dopo, da cicli di
  ristrutturazione che hanno buttato in mezzo alla strada migliaia di
  lavoratori.
* Le cifre ufficiali indicano in 26.176 miliardi il bottino
  realizzato con le sole principali privatizzazioni avvenute tra il
  '92 ed il '95.
* Nei soli settori dell'energia e delle telecomunicazioni sono
  previste privatizzazioni entro il '96 per un ammontare di ulteriori
  27.000 miliardi. 
* L'ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) ha ridotto i suoi
  organici, nel corso degli ultimi 10 anni, di 20.000 unita', ed
  entro il '97 si prevede sara' completata la privatizzazione di
  almeno 180 delle 800 aziende municipalizzate.
* Nel settore delle telecomunicazioni si sono persi, nel corso degli
  ultimi 3 anni, 15.000 posti di lavoro, con la chiusura di 7.000
  unita' produttive.

Inquinamento e Ambiente
* Benche' il livello di degrado ambientale sia in continuo aumento le
  risorse pubbliche destinate alla cura dell'ambiente hanno subito
  una riduzione di circa il 20% tra il '92 ed il '94.
* In tutti i settori in cui sono stati effettuati dei controlli
  (inquinamento atmosferico e acustico, depuratori, fonti inquinanti
  delle acque, tutela del paesaggio, rifiuti solidi e discariche)
  sono state rilevate infrazioni in percentuali che variano tra la
  meta' e i due terzi delle ispezioni.
* In determinati periodi dell'anno viene consigliato a bimbi ed
  anziani di permanere nelle abitazioni per via degli elevati livelli
  di inquinamento. Oltre il 60% della popolazione non beve piu' acqua
  da rubinetto.
* A causa del progressivo degrado ambientale e della cementificazione
  dei corsi d'acqua, sono sempre piu' frequenti le alluvioni: bastano
  pochi giorni di pioggia perche' franino pezzi di montagne, strade,
  straripino laghi e fiumi lasciando sul loro percorso distruzione e
  morte.

Carceri e repressione
* Il crescente disagio sociale emerge anche dai dati circa gli "atti
  di delinquenza comune" denunciati nel '95: sono stati 2.267.488 con
  un aumento di circa 90.000 reati rispetto all'anno precedente ed
  una variazione in aumento registrata nel mese di gennaio del '96
  rispetto al corrispondente mese del '95 del 16,7% (i furti incidono
  per il 59%, le rapine in banca hanno subito una crescita del 9%).
  In forte incremento (+20,9%) i casi denunciati di violenza carnale.
* Nel dicembre del '95 risultavano detenute nelle carceri 47.759
  persone di cui il 20,1% in attesa di giudizio. Gli stranieri
  rappresentano il 17,4% della popolazione carceraria.
* In aumento l'uso della violenza da parte delle forze dell'ordine
  che si rivolge, con particolare accanimento, nei confronti degli
  stranieri (ma non solo): sempre piu' frequenti gli episodi di vero
  e proprio pestaggio nelle strade, nelle questure e nelle carceri.

La possibilita' di una guerra civile?
* C'e' un'altra cosa che ci preoccupa molto, anche se tra gli stessi
  compagni che sottoscrivono questo documento esistono valutazioni
  differenti: la possibilita' che in Italia si verifichi qualcosa di
  analogo a quanto accaduto nella vicina Yugoslavia. La forte spinta
  verso la secessione espressa dalla Lega Nord, per una separazione
  in due del paese: da una parte il "ricco" Nord, perche' possa
  aggregarsi senza intralci al carrozzone dell'Unione Europea,
  dall'altra il Centro-Sud. Non siamo ancora in grado di capire quali
  ed in che misura gli interessi in gioco potranno rivelarsi
  determinanti, aldila' degli argomenti offerti dai leghisti che alla
  fine si dimostrano normalmente solo pretestuosi...

La lotta
* Nonostante il rapido peggioramento del livello di vita, le misure
  impopolari dei governi e l'arroganza degli industriali, il '95 e'
  stato battezzato come l'anno della pace sociale: le ore di sciopero
  sono crollate al minimo storico dal dopoguerra. E questo dato
  conferma una tendenza in atto dagli anni 80. Ci sono state
  5.000.000 di ore di sciopero contro i 120.000.000 di media degli
  anni '70 e '80 ed i 302.000.000 del '69 ...

* Perche'? La martellante insistenza con cui i mass media insistono
  sulla transitorieta' di questo periodo di difficolta' e sulla
  necessita' di nuovi sacrifici; la paura di perdere tutto, a partire
  dal posto di lavoro; la capacita' di controllo sui lavoratori che
  ancora detengono i sindacati ufficiali, oggi piu' che mai
  governativi, nonostante la loro crescente crisi di credibilita' (un
  solo esempio: circa il problema delle privatizzazioni e dello
  smantellamento dello stato sociale il sindacato non ha organizzato
  una sola assemblea con i lavoratori, tanto meno degli scioperi);
  l'assenza di una sinistra realmente alternativa...

* Cio' nonostante molte sono le lotte che sorgono spontanee dalla
  base, innanzi tutto fra gli strati piu' marginali della societa' e
  gia' esclusi, od in procinto di esserlo, dal ciclo produttivo. Il
  loro limite principale, sino ad oggi, e' stato quello
  dell'isolamento.

Conclusioni
* Compagni, siamo coscienti del fatto che le nostre condizioni di
  vita non sono forse neppure paragonabili a quelle cui e' costretto
  il popolo messicano ma esiste, i dati parlano chiaro, un
  progressivo peggioramento del livello di vita delle classi
  subalterne in Italia e quindi un crescente malcontento sociale. Un
  processo inesorabile, la globalizzazione, ci rende fratelli.
* Le forze parlamentari della cosiddetta sinistra oggi al governo in
  Italia non potranno cambiare la situazione nel nostro paese: esse
  sono in sostanziale continuita' rispetto al passato. Non ci saranno
  ne' giustizia ne' democrazia dal basso fintanto che non avremo
  trovato la forma per organizzarci, superando le divisioni che
  ancora ci separano. Solo l'unione cosciente che sorge dal basso,
  dagli uomini e dalle donne che hanno capito di non avere nulla da
  perdere ed un mondo da guadagnare, puo' determinare un cambiamento.
* L'Internazionale della Solidarieta', della Speranza e della Lotta,
  che abbiamo ripreso a sognare grazie a voi messicani, intesa come
  l'unione degli oppressi e degli sfruttati di tutto il mondo per far
  fronte comune contro il nemico comune, e' l'unica risposta
  possibile alla globalizzazione, perche' ci sia un futuro per tutti.

P.S. Nei  giorni scorsi  a Torino  i dipendenti  di un'azienda  della
multinazionale americana Rockwell, che produce  alzacristalli per  la
Fiat, hanno  risposto con  l'occupazione alla  decisione di  chiusura
della fabbrica giustificata col calo  delle commesse.  Gli operai  di
un'altra fabbrica, la Bertone, in lotta per il rinnovo del contratto,
sono andati in delegazione per esprimere la loro solidarieta'...

                    La lucha sigue companeros !
                          No estan solos !


Collettivo Internazionalista - Torino - ITALIA
Tel./Fax.: 011/5617340   E-mail: alifer-AT-inrete.it

Collettivo  Comunista  Alto  Canavese "Che  Guevara" Castellamonte  -
Fraz.Spineto 97 -10081- Torino - ITALIA   Tel. 0124/581457
 
Torino, 15/7/1996



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