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Date: Sat, 31 May 1997 08:04:01 +1000
From: Gomma <gomma-AT-iol.it>
Subject: L'infame articolo contro "Decoder"


"Il Mattino" 28 maggio 1997
La cyber-razza e i suoi profeti. Vedi alla voce "violenza"
C'e' anche un giornale "Decoder" in carta patinata: predica la distruzione
di tutte le regole

ROMA. Un mazzo di fotocopie sul tavolo del procuratore aggiunto Italo
Ormanni. Immagini rivoltanti di violenza a bambini corredate da un
linguaggio che, da solo, e' un abuso. Non e' una rivista porno, di quelle
che certi personaggi si procurano sotto banco. E' un giornale patinato,
underground si dice, che ha la pretesa di cambiare il mondo. Un organo di
lotta ideologica, verrebbe da dire di partito, se cosi' si puo' chiamare un
gruppo che naviga in rete predicando la distruzione di ogni regola. E cosa
c'e' di piu' scioccante, di piu' distruttivo che santificare la violenza sui
bambini?
Ormanni, codice alla mano, ha potuto fare una cosa sola. Chiedere al
dirigente del nucleo operativo della polizia per le telecomunicazioni Maria
Cristina Ascenzi se ci fossero gli estremi per accusare qualcuno di
sfruttamento di minore. Ma quelle immagini malate, e' risultato, sono il
frutto di elaborazioni al computer. Cade il reato, almeno per le attuali
leggi, ma resta in piedi un'agghiacciante scoperta.  La pedofilia non e'
solo roba per depravati asociali: viene usata, si passi il concetto, come
strumento di lotta, testa d'ariete contro le basi della societa'. Scorrere
le pagine di "Decoder" e' fare quattro passi nel delirio: riassunto della
"filosofia" dei cyberpunk, ogni regola deve crollare, anzi deve essere fatta
crollare. E che ognuno faccia quel che vuole nel piu' totale anonimato.
Essere forti o deboli, essere l'animale che mangia o quello che viene
mangiato, non conta. Ma questo non viene detto perche' ognuno di questi
cyberfilosofi si sente, e' sottinteso, animale che mangia. Uno dei pezzi
forti della visione del mondo propagandata anche con la pedofilia e' la
nascita, in futuro, di una cyber-razza, migliorata dal computer. E tutto,
che si vorrebbe cosi' originale e frutto di tempi nuovi, puzza
inequivocabilmente di vecchia carcassa.
Niente firma, sotto i proclami. Gli autori non si lasciano guardare in
faccia. Nomi di battaglia e basta. E' la regola in rete. Nei circoli di
sinistra che cercano in rete alternative al vecchio centro sociale (detti
dagli investigatori "antagonisti"), come in questi gruppi difficilmente
classificabili che vengono, invece, definiti di destra. Fra tante presenze
vive, curiose, anche provocatorie, dunque, si puo' trovare anche propaganda
anti-tutto, profanatrice per scelta. La legge che sta per essere approvata
dalle Camere prevede pene durissime per chi produce tout court materiale
pornografico che raffigura minori. Anche la pedofilia virtuale, dunque,
potrebbe essere punita, in quanto disvalore ed "apologia" di reato. Fino ad
oggi gli investigatori, che pure possono individuare e perseguire chi incita
all'odio razziale non possono fare altro che stare alla finestra ed aspettare.





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