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Date: Sun, 29 Jul 2001 10:47:00 -0400
From: Alessandro Coricelli <alessandro.coricelli-AT-rcn.com>
Subject: AUT: (Italian)Scalzone on Genoa


It is very difficult to translate, I'm sorry.



Scalzone: "Agnoletto& C., quanti errori"

L'ex leader di Potere Operaio critica duramente la filosofia e
l'organizzazione della protesta dei Gsf e delle "tute bianche": "Sono
apprendisti stregoni che scaricano le colpe sui 'cattivi'"
di Paolo Fior


NIZZA - "Via da Genova". Lo aveva detto, come si usa dire, in tempi non
sospetti, quando già molti organi d'informazione iniziavano a battere la
grancassa rilanciando in un crescendo frastornante la guerriglia 
mediatica
praticata dalle tute bianche e dai portavoce del movimento: "Violeremo la
zona rossa". Un can can teso a dipingere scenari apocalittici. Il 7 
luglio
in un intervento pubblicato su la Piccola Unità (il giornale prodotto 
dalla
redazione di Frigidaire e diretto da Vincenzo Sparagna) scriveva: "Hanno
disegnato una sagoma su uno specchio. Noi ci stiamo di fronte e che
facciamo, andiamo a metterci al posto della sagoma? Il sangue non è
pomodoro, o simulazione virtuale di pomodoro". Andiamo altrove, magari
prima, dopo o nelle stesse ore. Andiamo a ballare o a sfasciare, ma 
altrove:
"Via da Genova". Un appello rivolto alla parte più radicale del movimento
antiglobalizzazione, quella parte che vuole rimettere in discussione le
fondamenta stesse della società capitalistica e che ritiene illusorio e
pericoloso credere che sia sufficiente un'endovena di etica nel sistema
attuale per cambiare qualcosa. "Via da Genova - scriveva ancora - dove
sinistri apprendisti stregoni mimano ridicolmente l'assalto al cielo, 
vanno
dicendo che 'impediranno il G8', e si preparano a scaricare le colpe di
quello che avverrà se ci scappano i morti su Anarchici, Autonomen, Black
block e altri arrabbiati".Oreste Scalzone (*), ex leader di Potere 
Operaio,
rifiuta il ruolo di "Cassandra", giudica con durezza la sinistra 
riformista
- i Ds e i loro mal di pancia -, i "portavoce" del movimento - il gruppo
Attac, gli Agnoletto e i Casarini -, i professionisti dello "Spettacolo
della Contestazione", i Vip, le star parlamentari, l1intellighentzsija 
degli
interpreti autorizzati  dei controvertici, la linea seguita da giornali
come il Manifesto, Le Monde Diplomatique, subalterna a quella espressa
dall'alto di un organo come La Repubblica. Propone che si apra ora una
riflessione profonda e a tutto campo sull'accaduto e sulle prospettive
future.


Come giudica le giornate di Genova?
"E' tutto così assurdamente auto-contraddittorio... Come si fa a partire
dall'obiezione dell'esistente e poi pretendere sconti ferroviari, 
alberghi e
servizi per andare a contestare? Come si fa a fare per settimane una
«guerriglia mediatica » dicendo "Violeremo la zona rossa, sfonderemo", 
usare
simbologie ossessivamente militari, guerresche salvo poi precisare
"naturalmente, tutto è metaforico, ludico, lasciateci fare, veniamo con 
le
pistole ad acqua...", e poi, a quelli che a sfondare ci vanno con le 
pietre,
oppure, altrettanto simbolicamente, sfondano vetrine di banche o fanno
riots, andare a dire che come minimo sono dei rozzi, che non capiscono i
sottintesi, non hanno humour, e hanno rovinato tutto? In realtà si è 
andati
molto oltre: un tumulto, una jacquerie, un rabbioso scatenarsi di 
sabotaggio
a simboli e a a cose diventa l' im-pen-sa-bi-le : talché, bisogna
"fantasmare", in un delirio di rilevanza clinica, su «provocazioni
poliziesche» come unica spiegazione.
Come si fa a protestare perché gli anarchici greci vengono bloccati e
respinti ad Ancona, e poi imputare al governo e alle forze dell'ordine di
non aver bloccato - cioé arrestato, dopo averli individuati - i 
casseurs ?
Questo avrebbe richiesto più militarizzazione della città...Come si fa a
dare dei teppisti e dei barbari a coloro che hanno lanciato pietre e
sfasciato vetrine, e poi gestire tutti insieme la morte di Carlo 
Giuliani?
Da vivo, col suo estintore in mano, Carlo chi era ? Se - come si 
precisa -
non era di un settore specifico, vuol dire che a scontrarsi sono stati e
state in migliaia ! Siamo al delirio..."


La questione della violenza e della non-violenza, dei contestatori 
"buoni" e
di quelli "cattivi", è al centro del dibattito in questi giorni. Qual è 
la
sua opinione?
"La questione della violenza è un rivelatore: qui non c'è nessuno che ha
l'etica o l1estetica della violenza. Io personalmente ho un grande 
rispetto
della non-violenza, quella vera, quella che ha origine in Thoreau, in
Ghandi, o anche dei Dolci o dei Capitini: essa è nata come una forma 
assai
radicale di lotta, certamente non legalitaria, men che mai concordata.
Trovo, più che ipocrita, assurdo il discorso di chi dipinge il mondo 
come lo
dipinge, le genti sfruttate come le dipinge - come la gente nella stiva 
del
Titanic - e poi quando si rompono le vetrine tira fuori l'etica. Una
questione etica si può porre rispetto alla persona, o comunque al 
Œvivente1,
certo non rispetto al sabotaggio di merci, che magari uccidono... A 
Genova,
agli scontri, alle «appropriazioni», hanno partecipato parecchie 
migliaia di
persone e non i soli black block. Ora si dice che i black block erano in
realtà poliziotti e carabinieri travestiti e per provarlo si tirano fuori
foto demenziali. Da che mondo e mondo le forze dell'ordine si 
travestono e
incitano anche all'azione, ad andare oltre, al fine di individuare le
persone e arrestarle. Ci sono poliziotti in divisa, in borghese, ci 
saranno
stati poliziotti travestiti da tute nere, bianche, da suore...Agnoletto,
Casarini, il Manifesto invece vogliono far passare la tesi che gli 
scontri
siano stati provocati solo da un'orda di barbari o peggio da provocatori
infiltrati. Una menzogna inaccettabile che non deve passare. Non solo per
una questione - questa sì, anche etica - sulla menzogna ; ma anche per le
questioni di contenuto che questo delirio reca con sé... Come l'altra
menzogna che tanti si raccontano da sé: e cioè che se al governo ci fosse
stato il centrosinistra, tutto quello che è successo non sarebbe 
accaduto. A
Genova hanno perso tutti, i Grandi a cui lo spettacolo del summit serviva
come in epoche lontane servivano le incoronazioni degli imperatori: per 
il
forte messaggio simbolico. Hanno perso i Ds il cui stato confusionale è
sotto gli occhi di tutti. Ha perso Berlusconi che non può essere certo
soddisfatto di quanto è accaduto. E ha perso anche il Genova social 
forum,
checché ne dica Agnoletto ; nonché le « tute bianche»..."


In questi giorni, però, tra l'opinione pubblica c'è un senso di forte
allarme. La brutalità delle forze dell'ordine ha riportato alla memoria 
di
molti scene orribili e in tanti parlano di situazione cilena. Lei crede 
che
sia possa arrivare a un giro di vite, che la libertà di dissentire e di
manifestare sia a rischio?
"Personalmente reputo molto improbabile che in Italia oggi si possa 
arrivare
a un vero giro di vite, che si possa arrivare nei fatti a una sospensione
delle garanzie costituzionali, impedendo ad esempio ai lavoratori di
scioperare o di scendere in piazza. Negli anni '70 non credevo che si
sarebbe arrivati in Italia all'instaurazione di un regime come quello dei
colonnelli greci ; a maggior ragione non credo che oggi ci siano le
condizioni per qualcosa del genere, nonostante la ricomposizione di ceti,
rappresentanze e istituzioni capitalistico-borghesi di cui il governo
Berlusconi appare sempre più chiaramente espressione (Berlusconi appare
sempre di più come l1uomo al proscenio, inquadrato da garanti/tutori che
incarnano l1establishement profondo, "classico" del capitalismo, anche 
nella
sua articolazione, per così dire, italiana)".


Le sue critiche al Genova social forum sono durissime: lei non mette la
sordina, subordinandole all1unità politica nell1attacco al governo di
centrodestra e alle forze dell'ordine per quanto è accaduto a Genova...
"Eh beh, è un po' come per i tifosi di calcio: quando la propria squadra
perde ce la si prende con l'allenatore proprio, molto più che con quello
avversario... Nella gestione delle forze di polizia c'è stato una sorta 
di
compromesso storico: i capi operativi sono notoriamente di stretta
osservanza di-essina, definiti correntemente di osservanza 
"violantiana" ;
i responsabili politici sono quelli del centrodestra. Il giudizio è
scontato. La critica a chi ha gestito il movimento, invece, è necessaria.
Essa è scevra di ogni processo alle intenzioni o risentimento. E' una
critica che potrà conoscere una pausa, essere archiviata, solo se c'è la
volontà di ridiscutere tutto, di aprire un confronto davvero a tutto 
campo.
Non bisogna rimpiangere la vecchia Sinistra - socialdemocratica,
"socialista-reale" o altro -, né cadere in riedizioni altrettanto 
pessime,
quando non - in qualche caso - perfino peggiori. Bisogna separarsene.
Occorre ripartire dal tema centrale del lavoro che ormai permea tutto il
tempo di vita delle persone; che sembra ridurre la sua "presa" sulla vita
umana perché non se ne vedono più i contorni, dato che tende a diventare
totale. Bisogna ... Bisognerebbe riprendere... E' un percorso lungo e
difficile. Dobbiamo ancora scoprire nuove iniziative e forme di lotta,
ripartire dalla base: cominciando col ripensare a cosa sarebbe 
l1equivalente
attuale, a scala locale e planetaria, di quello che è stato il punto
elementare di partenza e di forza rappresentato dallo sciopero. E1 sulla
base dell'azione di lotta che possono emergere i contorni delle 
moltitudini
sfruttate, proletarie dei nostri tempi... "

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