File spoon-archives/aut-op-sy.archive/aut-op-sy_2002/aut-op-sy.0211, message 74


Date: Sat, 16 Nov 2002 17:01:37 +0000
From: Ari <above-AT-onetel.net.uk>
Subject: Re: AUT: Re: New Global movement as a Subversive Association


From: "domenico de simone" <domenicodesimone-AT-inwind.it>
To: <redditolavoro-AT-ecn.org>
Subject: [redditolavoro:] la sovversione economica
Date: Sat, 16 Nov 2002 13:13:31 +0100

Da quello che si legge sulla stampa, l’accusa nei confronti degli arrestati 
di questi giorni consiste nella "cospirazione mediante associazione al fine 
di turbare l'esercizio delle funzioni di governo, effettuare propaganda 
sovversiva e sovvertire violentemente l'ordinamento economico costituito 
nello Stato". Si tratta dei famigerati artt. 270 e 270 bis del codice 
penale, che fanno di un’opinione un reato e pure particolarmente grave, 
visto che la pena massima è di dodici per i promotori e di tre anni per chi 
partecipa. Per la verità, l’articolo 270, parla esplicitamente di attività 
volte a stabilire la dittatura di una classe sociale sulle altre, e fu 
redatto in questa forma guarda caso durante il fascismo, per colpire i 
comunisti. Ovviamente gli eventuali atti violenti commessi a tal fine sono 
puniti a parte, poiché quello che disciplina l’articolo in questione è la 
costituzione dell’associazione e la propaganda di idee atte alla 
sovversione dell’ordinamento economico e politico del paese.
Quindi non è necessario commettere atti di violenza per essere puniti. E’ 
sufficiente la propaganda del sovvertimento dello Stato, che nell’ordinanza 
del GIP calabrese, si risolve nella sovversione dell’ordinamento economico 
per incorrere nel reato.
Questa è una novità assoluta. Nelle inchieste che hanno preceduta questa, 
parimenti fondate sugli articoli 270 e 270 bis, il riferimento era sempre 
alla sovversione violenta dello Stato e delle istituzioni democratiche. Qui 
invece, si rispolvera dai polverosi archivi della storia, la sovversione 
economica.
In che consiste questa sovversione e la relativa propaganda? In teoria 
dovrebbe trattarsi di una attività non solo accompagnata, ma che si fonda 
sulla violenza. La lotta di classe di comunista memoria, e la dittatura del 
proletariato, si fondavano, appunto, su un rovesciamento violento delle 
classi dominanti che sarebbe stato operato dal proletariato durante la 
rivoluzione comunista. Di qui il testo della norma nel codice Rocco, 
promulgato nel lontano 1930 e rimasto invariato fino ad ora, nonostante i 
numerosissimi tentativi di abrogarlo dall’ordinamento giuridico perché 
appunto reato di opinione. Per chi vede la storia mossa dalla lotta tra le 
classi sociali, questa norma è la condanna al silenzio. Qualsiasi argomento 
si traduce di fatto in propaganda sovversiva. Ma adesso qui non è tanto in 
questione l’ordinamento giuridico o quello democratico, bensì l’ordinamento 
economico.
Che cosa sia l’ordinamento economico di questa repubblica, è un mistero. 
Oh, certo, ci sono le norme costituzionali nel titolo terzo, quello che 
disciplina i rapporti economici. Si stabilisce il diritto al lavoro, ad una 
retribuzione economica sufficiente, alla dignità del lavoratore, la libertà 
delle attività sindacali, la tutela della proprietà privata e 
dell’iniziativa economica, nei limiti fissati dalla legge soprattutto per 
le produzioni di interesse nazionale e per l’agricoltura, i diritti delle 
donne lavoratrici, il diritto all’assistenza sociale per tutti. Questi sono 
i principi fondamentali del nostro ordinamento in materia di economia, ma 
essi non costituiscono un ordinamento economico, nel senso che 
giuridicamente per ordinamento si intende un complesso di norme atto a 
disciplinare dirigisticamente e organicamente una serie di attività il che, 
al contrario è escluso, poiché l’iniziativa economica è libera. Se pure 
potessimo definirlo tale, non credo che a nessuno di noi, oggi, venga in 
mente di intraprendere iniziative contro i diritti al lavoro, ad una 
retribuzione sufficiente, alla previdenza sociale, all’iniziativa economica 
privata.
Semmai è vero il contrario. Il movimento, come il sindacato, lotta per la 
realizzazione di questi diritti che nella società civile restano spesso 
sulla carta. Lo sfruttamento, la disoccupazione, le disparità economiche, 
la mancanza di retribuzione sufficiente sono diffusissime in questo paese. 
Forse il Gip di Cosenza le attribuisce al movimento, ma credo che abbia 
sbagliato il destinatario delle sue indagini. Dovrebbe rivolgersi a 
finanzieri e speculatori, governanti e burocrati, che con le loro azioni ed 
omissioni e certamente in concerto tra loro, ci hanno condotto in questa 
situazione di crescente miseria economica, in cui la violazione delle norme 
costituzionali che ho elencato sopra, sono all’ordine del giorno. 
Un’attività a tempo pieno, retribuita con il salario da fame dei LSU (meno 
di 500 euro al mese) non viola forse, l’articolo 36 della Costituzione (Il 
lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e 
qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla 
famiglia un'esistenza libera e dignitosa)? E i licenziamenti alla Fiat non 
violano forse l’articolo 35 della stessa Costituzione? Chi è più sovversivo 
tra chi vuole affermare e realizzare diritti e chi li conculca?
Mi viene il dubbio che il problema non sia la Costituzione. Perché 
altrimenti vedremmo in galera ben altre facce che non un po’ di ragazzi 
napoletani e calabresi. Che so, qualche presidente di banche che 
strangolano con l’usura e la truffa l’economia, qualche finanziere che 
chiude gli stabilimenti delle aziende che comprano fregandosene della gente 
che con quel lavoro ci campa, e pure qualche governante che sfrutta il 
lavoro dei disgraziati che gli capitano tra le grinfie costringendoli al 
lavoro in nero e turni massacranti per avere il necessario per vivere, o 
qualche altro governante che usa i peggiori e truffaldini trucchi contabili 
per mascherare una realtà finanziaria disastrosa. O che ne dite di quelle 
finanziarie che raccolgono risparmio e lo bruciano in speculazioni 
fregandosene della tutela del risparmio garantita dalla Costituzione?
E allora, quale delitto contro l’economia hanno commesso questi giovanotti 
e signorine no-global?
Il movimento lotta contro questa globalizzazione economica delle 
multinazionali e del potere finanziario ed è questo il problema. Vanno 
criminalizzati perché c’è il rischio che questa crisi, e le prossime che 
verranno, sempre più dure e sempre più profonde, possano convincere la 
gente che il teatrino mediatico che regola la loro vita fa schifo. E che 
magari c’è pure un’alternativa al liberismo selvaggio, un’alternativa 
diversa dal liberismo buonista, o dal liberismo guerrafondaio, oppure dal 
liberismo in doppiopetto.
All’indomani di Firenze il rischio era che operai siciliani e studenti 
piemontesi, disoccupati napoletani e cassintegrati del Lazio, scoprissero 
di avere tutti qualche cosa in comune, un nemico comune, una lotta comune. 
E’ già accaduto una volta nella storia del secondo dopoguerra ed allora i 
governi d’Europa tremarono. Questa volta la comunicazione è moltiplicata da 
internet e le distanze sono infinitamente minori. Ma il problema maggiore 
sarebbe se questi signori trovassero un contatto con argentini, 
venezuelani, indiani, coreani, tailandesi, africani che hanno già 
assaggiato sulla loro pelle le delizie dell’ordine economico globalizzato. 
Che non sarà tanto costituzionale ma è quello che conta, perché paga.
E allora, in galera! E soprattutto via i pc, le email e i siti. 
Ecchissenefrega se il 270 bis è un reato di opinione e che, se si 
applicasse sul serio, mezza Italia dovrebbe andare in galera, ivi compreso 
il Papa, Antonio Ricci, Santoro, e i diesse. Quelli fanno folclore e 
spettacolo, e finché hanno audience che restino pure. Ma il movimento no, è 
troppo pericoloso, perché poi, si fa sul serio a riformare questo sistema 
mortifero di sfruttamento integrale.
Siamo tutti sovversivi?
domenico
P.S.. la sinistra giustizialista è servita. Adesso dovrà o difendere i 
giudici che hanno proceduto contro i no-global con un bell’esercizio di 
ipocrisia, come gli chiede a gran voce la destra che gli ha già presentato 
il conto, oppure prendere atto che la giustizia è un fatto di potere e 
basta e che difendere a tutti i costi le procure della repubblica quando 
attaccano gli avversari politici è stupido e suicida.
Domenico de Simone
http://it.geocities.com/domenicods/



     --- from list aut-op-sy-AT-lists.village.virginia.edu ---

   

Driftline Main Page

 

Display software: ArchTracker © Malgosia Askanas, 2000-2005